venerdì 11 aprile 2014

Il rientro a casa

"Ciao, sono qui....". Non mi aspettavo certo fanfare all'arrivo o tappeti rossi sulle scale d'ingresso ma che almeno mi si rispondesse al saluto. Anche solo per buona educazione. "Eccoti, prendi un po' la piccola che oggi è davvero intrattabile", e' stata la prima comunicazione moglie-marito. "Si, si certo", rispondo schiacciato dal senso di colpa per la lunga assenza. Non è più come ai tempi in cui un papà barattava la scarsa collaborazione domestica con l'assolvimento indefesso degli impegni di lavoro. Oggi, il rientro prevede un percorso di espiazione nel corso del quale assolvere alle seguenti mansioni: cambiare il pannolino ad Agnese un numero di volte direttamente proporzionale ai giorni di lontananza, occuparsi per la settimana successiva di fare le lavatrici e stendere il bucato, trascorrere almeno un pomeriggio intero presso il centro commerciale più grande della zona. Così e' confidando nella clemenza della corte. "Marta, dove sei? Che ne dici di venire a salutare papà?", è di solito la formula successiva. La risposta spesso tarda ad arrivare. Va già bene se a contendermi l'attenzione è l'amichetta di scuola con cui è impegnata nella sua camera per un pomeriggio di giochi e non è, invece, l'ennesima puntata di Peppa Pig trasmessa alla tv a quell'ora. "Ecco, finalmente sei tornato!", è il gelido saluto della nonna che telefona, quando ancora sono sull'uscio di casa, per l'ennesimo monitoraggio della sicurezza delle nipoti, abbandonate dal padre irresponsabile. Alla penultima fermata del treno, mentre sta per terminare il viaggio di ritorno inizio a pensare all'accoglienza che mi aspetta al rientro a casa. E nonostante tutto, sono felice.

6 commenti:

  1. Ecco! Grazie per avermi fatto vedere come si sente il papà al rientro dal lavoro! A volte ci dimentichiamo che anche lui è stanco..... ma felice! Da oggi sono una tua FAN

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    1. Grazie Ana, il mio è per anche un modo per ironizzare sulle difficoltà delle mamme che non sempre noi papà (nonostante la buona volontà) riusciamo a capire e ad apprezzare. Diciamoci pure che quello con i bimbi è "un tempo della vita eroico in cui non è concesso nessun cedimento. Unica via d'uscita: passione e fantasia!". Grazie!

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  2. Oh povero papà!
    Da questo post traspare tutto l'amore che provi per la tua famiglia. Mi ha fatto piacere che Io tifo per voi l'abbia segnalato! ^_^

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    1. "Come sopravvivere a casa, famiglia e lavoro". E' davvero un bel tema il tuo...per me è un interrogativo da esplorare giorno giorno ma sempre con entusiasmo e voglia di farcela...Grazie per il tuo apprezzamento!

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  3. Devo aver avuto problemi con la pubblicazione della risposta che avevo inserito tempo fa, dato che solo ora mi accorgo che non è stato pubblicato il mio commento.\
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    Il tuo post mi ha colpito xché la routine che hai descritto e' anche la nostra, il treno soprattutto e l'orario. Mio marito torna tutte le sere da lavoro con il treno e proprio nell'ora in cui c'è Peppa pig e quindi anche se saluta la bambina e' come ipnotizzata, guardando una puntata che sa a memoria sicuramente...
    Noi mamme, poi, sempre indaffarate cercando di fare bene sempre tutto, dopo magari essere state fuori x lavoro tutto il giorno (tipo me) e sperando di recuperare il tempo che non si è potuto dedicare al 100% ai propri figli.
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    Ti capisco bene ma soprattutto ti capisce mio marito a cui ho letto il tuo post.\
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    P. S. Anche noi treno sempre x Bologna;-) \
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    Viviana
    http://chevitafarelamamma.blogspot.it

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  4. Il rientro è per me, ogni volta, ricominciare daccapo, ripartire e riprovare a gestire la vita di coppia in un'avventura così totalizzante come è quella di una famiglia dove c'è almeno un puffetto...
    A me Marta e Agnese aiutano a capire meglio certe dinamiche ma poi confesso che all'opera è sempre tutto più difficile.
    Per cui coraggio e un saluto al tuo "papà"...magari sul treno, qualche volta, ci siamo incontrati o ci incontreremo...
    Ciao e grazie!

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